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Lettere a Liliana

In occasione della Giornata della Memoria, il nostro percorso di conoscenza di una delle pagine più orribili della storia umana si è concluso con la realizzazione di alcuni lavori tra cui un fumetto e la scrittura di lettere a Liliana Segre, che qualcuno di noi immagina ancora nel campo di sterminio. La nostra senatrice a vita, che da anni si batte per tenere viva la memoria, oggi è rimasta una degli ultimi testimoni oculari dei crimini commessi dalla follia nazista, nell'indifferenza o nella connivenza di popoli e governi del tempo.



«Ciao Liliana, sono Ludovica e spero ti arrivi questa lettera.

Sono venuta a conoscenza di quello che stai soffrendo e spero finisca presto. Ho letto che stai facendo di tutto per sopravvivere a quello che ti sta accadendo in un campo di concentramento. Stai dimostrando di avere molto coraggio e tanta forza d’animo; vivi di stenti, ti hanno privata della tua libertà ma hai trovato un modo tutto tuo per uscire da questo incubo.


Non ti sentire “egoista” se per sopravvivere ti sei allontanata da tutti e ti sei creata un mondo silenzioso alle richieste di aiuto degli altri prigionieri. Tieni duro, non arrenderti, pensa che tutto questo presto deve per forza finire e uscirai da quel recinto di filo spinato per tornare a vivere.


Io ho provato a chiudere gli occhi e immaginare quello che stai passando ma più li stringevo e più mi rendevo conto che era sempre più difficile capire quello che stavi provando e vivendo.


Non voglio più rattristarti ma ti imploro di chiudere gli occhi e pensare a quello che ti sta aspettando una volta fuori da quel terribile campo; questo ti sarà da aiuto per non perdere la speranza che presto ci riabbracceremo.


Torneremo a correre, a mangiare un gelato e a leggere libri. Non sarà facile ma la vita è bella e chi più di te lo può testimoniare?


Ti lascio con una sola parola “grazie” perché mi hai fatto comprendere che dobbiamo apprezzare le cose anche le più piccole che abbiamo.


A presto Ludovica»




«Cara Liliana,

Il tuo racconto mi ha profondamente colpito, suscitando in me molta tristezza e rabbia per quello che ti hanno fatto e per quello che hanno fatto agli altri.

Non è affatto giusto che dei ragazzi di 13 anni o anche più piccoli vengono trattati come se fossero delle cose, separati dai genitori che poi venivano uccisi, obbligati a fare quello che gli veniva imposto e che per cercare di sopravvivere bisognava diventare “invisibili”, come tu sei riuscita a fare. Immagino che gli orrori che hai vissuto, le violenze, la fame, la paura di non rispettare gli ordini che vi dava il capo, la paura di affezionarti a qualcuno con il rischio che lo potevi perdere in qualsiasi momento e la decisione di pensare solo a te stessa, che alla fine ti ha salvato da tutto, li porterai con te per tutta la vita.

Mi disgusta il fatto che degli esseri umani siano riusciti a compiere tali orrori contro altri esseri umani, come alla fine erano anche loro e che ogni persona veniva distinta per la razza a cui apparteneva.

Non so come tu abbia fatto a superare queste cose, hai avuto un grande coraggio e una grande forza di andare avanti nonostante tutto.

Con tanto affetto, Lavinia»




«Cara Liliana,

sono Lorenzo, ho tredici anni proprio come te e sono veramente addolorato per tutto quello che stai passando. Alla nostra età si dovrebbe pensare soltanto a giocare e andare a scuola.

Le tue sofferenze sono disumane e ammiro il coraggio che hai per sopportare tutte queste ingiustizie. Io al tuo posto, essendo un ragazzo molto polemico e ribelle, sarei morto il giorno stesso.


Tu per sopravvivere sei costretta a subire tante di quelle cattiverie che mi auguro possano in futuro essere raccontate come testimonianza di qualcosa che non dovrà mai più succedere.

Mi fa impressione capire che in quel luogo dove sei finita nessuno più ha un nome e che siete solo dei numeri. Diventare egoista per te è stata dura, ma restare indifferente alle urla di dolore degli altri in quell’inferno, facendo finta di non sentire e di non vedere, forse è l’unica strada da percorrere.


Io non sopporto le ingiustizie, spesso faccio le mie lotte e spesso ne esco sconfitto.

Ho tredici anni e penso di non essere sempre capito dagli adulti. Spero che il mio carattere che oggi mi sta creando tante incomprensioni un domani mi possa servire per affrontare meglio la vita. Io la testa non la vorrei mai abbassare! Tu purtroppo non hai altra scelta, continua a lottare, sarai il nostro esempio!

Ciao Liliana e tieni duro,

Lorenzo»





Guarda il fumetto sulla Giornata della Memoria



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