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Rosa e il coraggio di rimanere seduta contro le discriminazioni


«Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca dopo una giornata di lavoro. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire.» Con queste parole l’afroamericana Rosa Louise Parks spiegò il motivo di un gesto che ha segnato una tappa fondamentale lungo il cammino per i diritti dei neri americani.

Era il primo dicembre del 1955 quando, dopo una lunga giornata di lavoro come sarta, si rifiutò di cedere a un bianco il posto sul quale era seduta sull’autobus che la riportava a casa, a Montgomery in Alabama.

Attivista per i diritti civili, segretaria della sezione locale dell'Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, nel 1954 si era trovata a collaborare con Martin Luther King ed era decisa a non rassegnarsi alle discriminazioni a cui era sottoposta con la sua gente.

Fermata per aver violato le norme cittadine, fu supportata da cinquanta leader della comunità afroamericana, guidati da Martin Luther King, che decisero di promuovere il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durerà per 381 giorni.

L’anno successivo, la Corte Suprema degli Stati Uniti si occupò del caso Rosa Parks stabilendo all’unanimità come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama.

«Il gesto di Rosa – disse Martin Luther King - fu l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà. Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future. »

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